Stimolare senza imporre: il ruolo dei dispositivi

Vorrei cominciare con un esempio molto evidente. Stiamo per ascoltare una bambina di 3 anni che si trova in una Scuola della infanzia. L'educatrice ha messo a disposizione dei bambini un microfono affinché abbiano la possibilità di raccontare una storia usando dei suoni, cosí come fanno le educatrici imitando versi di uccelli, di cavalli, del vento, ecc. Nella sala vi sono anche un amplificatore e degli altoparlanti. La bambina appena entra nella saletta, si avvicina al microfono e comincia spontaneamente a giocare con suoni vocali così come facciamo anche noi adulti, per provare il microfono. Lei ripete il suono, e questo fatto è ciò che noi abbiamo chiamato una ‘reazione circolare'; successivamente comincia a produrre dei cambiamenti, cioé produce delle variazioni con la bocca, con la lingua, ecc. Avevamo già detto che i neonati cominciano a fare dei suoni in modo ripetitivo e successivamente, verso i 6/7 mesi cominciano a produrre alcune variazioni. In questo caso la bambina fa un gioco molto interessante con qualche cambiamento. Vi propongo di ascoltare l'esempio e successivamente analizzeremo ciò che avremo ascoltato.

(Si ascolta la prima parte: la bambina fa ripetutamente lo stesso suono con la lingua.)

Ora arriva una seconda parte dove la bambina produce un suono a bocca chiusa utilizzando il suono "m" e produce differenti altezze e glissandi.)

Delalande ferma la registrazione e chiede:

“Cosa avete ascoltato? Chi vuole dirci ciò che ha ascoltato?”

Differenti persone intervengono:

-“Prima fa dei suoni ripetitivi con differenti toni e alcuni ritmi e alla fine sembrerebbe che emetta persino una specie di canto”

-“La bambina ha cercato di produrre dei suoni con la lingua e dopo ha prodotto dei suoni con la lettera emme, facendo anche delle variazioni.”

"In effetti", dice Delalande, "all'inizio produce dei suoni ripetitivi all'inizio e successivamente continua con una stessa una nota e poi, sebbene io non credo che produca dei ritmi, fa dei cambiamenti che non sono più cosí repetitivi. Infine sentíamo delle variazioni di altezze. Come potete notare stiamo facendo un'analisi musicale. Ci sono altri che vogliono intervenire?

Una persona dice: “Io ho fatto attenzione alla modalità di emissione: il mezzo che usa la bambina è la lettera emme, molto rinforzata dalla respirazione. È molto interessante il modo costante di produrre il suono. Dopo la ripetizione di un suono ne produce altri tre che si potrebbero perfettamente trascrivere in una sequenza melodica regolare, ma la cosa più interessante per me è la modalità di emissione vocale della bambina.”

Delalande domanda: “Vi è una evoluzione nella forma di emissione della voce?”

-“Non so se ci sia un'evoluzione nella voce ma trovo senz'altro che esiste una definizione della forma di emissione vocale molto interessante.”

Delalande ripete la domanda: “c'è qualcuno che nota un'evoluzione?

Risponde un'altra persona: “Io noto un'evoluzione nella forma di emissione della voce; all'inizio la bambina sta esperimentando, sta cercando di produrre certi suoni che risultano un po'... sporchi, ma dopo, e poco a poco, ottiene suoni più controllati, più puri, più puliti, fa dei progressi con la voce e arriva persino a una sorta di canto, primitivo, ma è un canto”

Delalande chiede ancora: “Ma cosa ha detto che ha fatto all'ínizio la bambina con la sua voce?”

Risposta: "All'ínizio lei sta sperimentando con dei colpetti di voce un po' sporchi ma dopo riesce a pulire il suono.”

Delalande: “Molto bene. Mi sembra che sia molto interessante ciò che avete analizzato.”

Interviene un'altra persona: “A me pare che la bambina si ascolti e nell'ascoltarsi arrivi a produrre un suono che le piace molto; per questa ragione lo ripete diverse volte e proprio perché si ascolta le piace ciò che fa.”

DELALANDE: Infatti, è ciò che noi chiamiamo una reazione circolare perché la bambina, trovando piacevole ciò che fa, lo ripete, e lo ripete facendo anche dei cambiamenti perché risultano ancora piú interessanti. Da una certa età in poi i bambini fanno spontaneamente dei cambiamenti e ci sono differenti ragioni per cui lo fanno.

In questo caso possiamo notare che quando la bambina inizia, non è molto rilassata, c'è una certa forma di tensione nella sua voce, non si sente a suo agio, forse ha persino un po' di paura per quello che sta facendo perché per lei è assolutamente straordinario. E questo è il punto di vista dell'analisi che mi interessa: come si sente la bambina nell'esplorazione della sua voce. Va da un momento di tensione verso un momento di rilassamento che è uno dei grandi artifici che usa la musica, anche quella tonale, che si sposta da un momento di tensione a uno di distensione, come il passaggio dal modo minore al modo maggiore.

Ci sono repetizioni, certo, che avete sentito benissimo, ma ci sono altri livelli. Per esempio, ci sono tre altezze, poi un glissando.

Si sente bene l'evoluzione del gioco con le altezze, e c'è qui - come vi dicevo - anche un'evoluzione nell'emissione vocale: la bambina passa da un momento di tensione a un altro di rilassamento.

È importante sapere che questa registrazione è stata fatta in un ambiente dove c'erano tanti bambini sebbene non si ascolti nessun rumore: ciò che è successo è che la maestra, notando il gioco particolare della bambina, ha avuto l'idea di registrare, e i bambini comprendendo che stava succedendo qualcosa, sono rimasti zitti ad ascoltare affascinati dal gioco della loro compagna.

In realtà la maestra si è trovata d'improvviso a far fronte a questo gioco senza immaginare ciò che sarebbe successo. Come ho detto prima la maestra aveva preparato dei dispositivi perché voleva che i bambini raccontassero una storia con suoni e rumori vocali e invece è uscita questa improvvisazione. Tempo dopo mi ha raccontato che il registratore era pronto e che aveva schiacciato il tasto di avvio pensando che mi sarebbe piaciuto ascoltare quel gioco vocale (ha avuto ragione!) Quando mi ha fatto ascoltare questa improvvisazione, mi ha anche confessato che non sapeva che farsene di questo gioco vocale.

A dir la veritá tante volte le educatrici non sanno ascoltare, non sanno apprezzare, non avvertono, non fanno attenzione ai giochi sonori dei bambini forse perché quei giochi sono molto lontani da cio che loro considerano “musica”. Noi invece pensiamo che questo sia il cuore dell'invenzione musicale. Scegliere dei nuovi suoni, ripeterli, dare ampiezza e allungare nel tempo l'invenzione, produrre variazioni, ecco cosa è importante nell'invenzione musicale. E come avete visto, tutto questo è accaduto perché l'insegnante ha utilizzato un dispositivo che ha permesso lo sviluppo di una produzione completamente nuova e inattesa. In uno spazio senza amplificazione quella bambina non avrebbe potuto eseguire quella produzione.

L'amplificazione: un prototipo di dispositivo

Dovremmo riflettere su cosa sia un microfono, dovremmo parlare anche dell'amplificazione e degli altoparlanti, che sono collocati più lontano. Generalmente quando si canta, si producono i suoni con la voce e ci si ascolta, ma non c'è questo effetto "specchiante".

In questo caso la bambina ascolta la sua voce provenire a una certa distanza, tale quale ad un pittore che a volte retrocede e si mette ad una certa distanza dalla sua tela per osservare quello che produce. La bambina ascolta la sua voce da un'altra prospettiva e si sorprende perché viene da lontano e si trova davanti a un fatto nuovo: normalmente non succede cosí. Quando parliamo senza microfono ascoltiamo la voce da vicino ed è meno interessante. Un altro vantaggio che offre il microfono insieme all'amplificazione è che le altre persone possono ascoltarci molto meglio. Non sto dicendo tutto questo per ‘vendere' microfoni....(risate), lo dico perché come avete visto, in questo caso tipico, il microfono ha permesso di ottenere questa interessante produzione.

E allora è necessario riconoscere l'importanza di un dispositivo e sottolineare l'atteggiamento ricettivo dell'educatrice alle novità che stavano accadendo nella sua classe anche se non erano quelle che aveva pianificato. L'insengnante ha lasciato libera la bambina di esprimersi, non l'ha fatta zittire e, inoltre, ha registrato il suo gioco vocale. L'insegnante non ha imposto il suo gusto musicale, si è mostrata flessibile e disponibile a ‘scoprire la bambina' valorizzandola. Il dispositivo ha aiutato la bambina a progredire.

Questo episodio si relaziona con la metodologia della pedagogia della creatività, sia che si tratti della classe di composizione in Conservatorio, o della Scuola dell'Infanzia: è necessario un aiuto a progredire che però non imponga direttive.

Questa situazione di “aiutare” il bambino senza dare "istruzioni" è conosciuta da tutti i genitori. Per esempio: non si ‘insegna' a camminare o a parlare, il bambino lo fa da sé. Ma i genitori dimostrano interesse quando il piccolo fa i primi passi, quando dice la sua prima parola e gli adulti lo incoraggiano e lo festeggiano. Pertanto, nel mostrare interesse, c'è un rinforzo del progresso dal punto di vista psicologico e affettivo. Se non si manifesta interesse il bambino non mostrerà gli stessi progressi.

C'è un famoso libro (“I bambini selvaggi”), che sicuramente conoscerete, che racconta la storia di un bambino abbandonato nel bosco che cresce fra i lupi. Il bambino per questo cammina come un animale, a quattro zampe, non parla ecc.

Allora, “senza insegnare”, senza imporre direttive, il bambino dovrà progredire da solo grazie a dei rinforzi positivi. Il bambino cresce e si sviluppa e ciò che noi dovremmo fare è trovare dei mezzi da mettere a disposizione dei bambini: si tratta di “dispositivi” per il rinforzo motivazionale.

Fino ad ora abbiamo presentato il microfono, l'amplificazione, gli altoparlanti come esempio di dispositivi motivazionali. Adesso osserveremo un altro esempio dell'efficacia dell'amplificazione.

Ci troviamo nel Nido, e un bambino di 2 anni che sta esplorando una cetra amplificata. Gli altoparlanti si trovano in fondo alla saletta che non è molto grande. Ciò che qui importa è che la durata del suono viene prolungata dall'amplificazione; c'è molta risonanza e noi osserviamo come il bambino ascolti con attenzione l'effetto del suono lasciando sollevate le mani per il tempo in cui le corde risuonano; aspetta, facendo attenzione a ciò che si produce. In síntesi, questo dispositivo funziona molto bene.

Una cetra messa in una piccola saletta sembrerebbe qualcosa di artificiale, ma è già un dispositivo. Il bambino non conosce lo strumento, ma la sua presenza lo stimola ad avvicinarsi, a scoprirlo, ad esplorarlo. Il dispositivo funziona bene con o senza amplificazione.

Adesso passerò ad un altro capitolo: all'evoluzione dall'attività sensomotrice all'attività simbolica.