Sensomotorio e simbolico nel gioco strumentale
Vorrei adesso riflettere su alcune attività sensomotorie dell'adulto. Perché m'interessa il rapporto fra le attività del bambino e le attività del musicista adulto?
Non è per comprendere meglio ciò che fa il bambino ma per comprendere ciò che fa l'adulto. M'interessa per due motivi. In generale non ci si occupa tanto dell'attività sensomotoria dell'adulto benché l'attivitá d'interpretazione musicale sia un'attività sensomotoria.
Quando si suona uno strumento – flauto, violino, ecc. - si ha un ampio controllo sul proprio corpo.
Qui vedete il corpo dello strumentista che è in contatto con lo strumento. L'insieme produce il suono. Naturalmente vi è anche una retroazione (feed-back) nel momento dell'esecuzione e il controllo passa particolarmente dall'ascolto (se si produce un buon suono, se ha qualche diffetto, ecc.), ma non si tratta soltando di questo. Vorrei dire che il rapporto sensomotorio fra il corpo e lo strumento è ancora più complesso. Prendiamo il caso del flautista: c'è una “propriocezione”. Che vuol dire? Che il flautista sente ciò che succede nel proprio corpo. Per esempio: regola la pressione dell'aria, sente da dove proviene l'aria, sente l'aria che passa tra le labbra, sente ciò che succede al tatto quando spinge le chiavi, ecc.
Ho lavorato con il flautista francese Pierre-Yves Artaud il quale mi spiegava che il contatto con le dita è molto importante, come per esempio succede quando le chiavi sono chiuse (senza buco): a lui dà fastidio: “non sento l'aria che passa, non posso controllare bene il suono”. Allora possiamo dire che c'è un controllo uditivo, un controllo tattile, si sentono i movimenti, e c'è anche la sensazione della pressione dell'aria, ecc. Ma in generale mi sembra che si parli poco di tutti questi dettagli negli studi strumentali di livello superiore. Invece tutto questo si può osservare e svilupparsi sin dalla prima infanzia.
Vorrei concludere con un esempio. Ritorniamo al Nido con una bambina piccola che esplora una cetra. L'abbiamo già vista nel suo primo anno d'esplorazione e adesso la ritroviamo nel suo seondo anno. Come vi ho riferito precedentemente, nel secondo anno la situazione non è così rigida come nel primo. Come sentirete, la cetra è amplificata. La bambina ora sfrega le corde e sente l'effetto con la sua mano. Accanto a lei sulla parete c'è uno specchio e la bambina osserva i suoi movimenti.
Vedrete immediatamente che produce dei movimenti che non hanno direttamente a che fare con la produzione del suono: io li chiamo i “gesti d'accompagnamento” dell'interprete e questi gesti non sono inutili, sono gesti che aiutano psicologicamente a mettersi nella situazione di produrre qualcosa, fatto che ho studiato con il pianista canadese Glenn Gould. Questa bambina me lo ricorda. Lei fa dei gesti che non sono inutili.
L'interprete quando suona fa dei gesti che sono necessari per la produzione del suono, ma c'è anche un bisogno di produrre dei gesti che hanno un significato. Voglio dire che esiste un'unità nella condotta di chi sta interpretando; non si possono produrre suoni forti con movimenti delicati e viceversa, non si ottengono suoni delicati con gesti forti. C'è un'unità della condotta, questo è ciò che ho studiato.
Finisco con alcune foto di Glenn Gould. Era un interprete che faceva moltissimi gesti e alla fine della sua carriera è arrivato a selezionare pochi gesti molto espressivi.
Adesso faremo una pausa e poi sarete voi a fare delle esplorazioni con oggetti che abbiamo portato.
Dopo la pausa infatti si fanno i giochi esplorativi seguiti da vicino da Delalande che gira e registra fra le persone presenti.
Alla fine delle esplorazioni Delalande ricorda che quelle improvvisazioni libere ci avvicinano al processo che generalmente i compositori praticano per produrre la loro musica ma che si tratta di processi che si trovano anche fra i bambini quando si forniscono dei dispositivi adeguati e uno spazio che favorisce la ricerca.
Conclude la conferenza dicendo che l'idea di fondo è che il processo cognitivo musicale che va dalla ricerca dei materiali, alla scelta e allo sviluppo delle idee, sia un processo comune sia ai compositori che ai bambini.
/ trans. ocm/ 2015
Per approfondire :
Delalande, F : Le condotte musicali , Bologna, CLUEB,1993. Tutti i argomenti di questa conferenza sono sviluppati in questo libro.