Compositori e giovani bambini: un incontro storico

Adesso mi piacerebbe proporvi un gioco di indovinelli. Ascolterete diversi esempi musicali e voi dovrete indovinare qual è la musica prodotta da bambini e quale invece è quella di un compositore. Lo faccio perché m'interessa che voi prestiate attenzione a quanto è vicina la musica prodotta dai bambini a quella dei compositori contemporanei. Vi faccio due domande: qual è musica di bambini e quanti anni hanno? (risate)

(Si ascoltano esempi di differenti musiche concrete e improvvisazioni di bambini; vi sono dialoghi gradevoli e divertenti fra i partecipanti e con Delalande).

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Soluzione alla fine.

Ascoltando una improvvisazione molto interessante di un bimbo che fa scorrere una sedia sul pavimento si percepisce una ‘forma'.

DELALANDE. Vorrei dirvi quanto sia importante fare attenzione alle esplorazioni, alle improvisazioni e agli svariati giochi sonori dei bambini con il proposito di analizzarli e di comprendere quali sono le loro condotte musicali. I bambini piccoli, dai 1 a 3 anni, vivono il presente e giocano, ripetono, e dopo smettono di esplorare.

I più grandicelli, di 5/6 anni, come nel caso del bambino che abbiamo ascoltato mentre fa strisciare la sedia, possono pensare già alla improvvisazione come un “oggetto sonoro” che ha la sua evoluzione e possono anche prevederne l'evoluzione. Nell'esempio che abbiamo ascoltato, agli inizi sembra che il bambino stia facendo una specie di ricerca “aperta”, facendo scivolare la sedia a casaccio, ma ad un certo punto fa girare la sedia, produce un crescendo, poi accellera.

Ha scoperto un'altra situazione che gli piace, quindi pensa che quella novità può condurlo a chiudere, a concludere la sua sequenza. Cioè “anticipa” ciò che sucederà perché è un bambino di 6 anni, e alla fine della registrazione si sente la sua esclamazione :“ho finito!” (ma in questa occasione io non vi ho fatto ascoltare il finale, per via del gioco dell'indovinello....)

Invece un bambino di 3 anni gioca nel tempo presente, lo fa nel presente, non può anticipare quel che avverrà.

DOMANDA. Quando si è parlato del bambino che improvvisava con la sedia che ad un certo punto conclude il suo gioco, come e quando compare questa idea di ‘forma' ad un certo momento dello sviluppo del bambino?

DELALANDE. Occorre del tempo, che ora non abbiamo, per parlare di forma. Ad ogni modo accenno al fatto che dopo l'esplorazione e l'improvvisazione bisogna passare ad altre esperienze, a qualcosa di più, bisogna andare verso la costruzione. Per realizzare questo passaggio dobbiamo offrire condizioni adeguate affinchè si possa stimolare il bambino verso procedimenti di costruzione, di composizione.

In questo caso si è messo a disposizione del bambino un dispositivo importante, com'è il registratore, che gli ha certamente suggerito un atteggiamento di costruzione, perché ha pensato che si sarebbe potuto riascoltare.

La registrazione permette di ‘uscire' dal presente. Di rapresentarsi la musica “fuori dal tempo”, come dice il compositore Xenakis, passando dall'esplorazione, all'improvvisazione ed a un'altra dimensione di più alto livello. Questo è un punto molto importante che chiameremo una ‘idea musicale'; se vi è un'idea musicale che il bambino comincia ad esplorare, allora non si parlerà più soltando di una esplorazione sonora. L'esplorazione è certamente la prima fase, ma poi si andrà più in là, verso una idea musicale, che sarà un tema delle nostre prossime conversazioni (applausi).

/ocm / trad. / aprile 2015.

Soluzione dei indovinelli:

1 : Rimbalzi, François Bouttier, compositore

2 : Campane strofinate, Grégory, 6 anni

3 : Improvisazione sulla cetra, Bertrand Dubedout, compositore

4 : Polistirolo strofinato su un finestrino, François, 6 anni

5 : Pierre Henry, compositore, “Variations pour une porte et un soupir”

6 : Sedia strofinata sul pavimento, Vincent, 6 anni.

Per approfondire :

Delalande, F : La musica è un gioco da bambini, Milano, FrancoAngeli/csmdb, 2001.

Delalande, F : « Che cos'è la musica ? », in Le condotte musicali , Bologna, CLUEB,1993

Piaget, J., La formazione del simbolo nel bambino, 1945/1979, La Nuova Italia