Che cos'è la musica ?
Mi spiego: 40 anni fa era quasi impossibile rapportare i primi balbettii intonati di un neonato a un canto lirico.
Nel primo caso si parla di attività sensomotoria di un bambino di 6/7 mesi che sta esercitando il suo sistema vocale, gioca con i suoni vocali, nel secondo esempio si parla invece di musica, per il modo di cantare, per la presenza della melodia, dell'armonia. Senza melodia, senza strumenti, senza note non si parlava di musica.
Quando negli anni ‘60 si ascoltava musica come questa si pensava che fosse la registrazione di un bambino che muove una porta.
Ma non è cosí perché si tratta invece di musica contemporanea del noto compositore francese Pierre Henry. E musica “colta” nel senso che il compositore ha studiato nel Conservatorio Superiore di Parigi, e insieme a un altro compositore del XX sec., Pierre Schaeffer, ha composto musica concreta.
Agli inizi della mia carriera quando ascoltai questo brano mi dissi: ”evidentemente vi è una relazione fra quello che i bambini inventano e quello che producono i compositori”. Per noi è una grande fortuna che vi sia una corrispondenza fra quello che si son messi a fare i compositori contemporanei e quello che fanno i bambini. Questa è la prima interessante scoperta del cambiamento avvenuto nella musica del xx secolo: essa si avvicina a quello che fanno i bambini.
Altre novità furono cose come queste per esempio
Questa è una produzione sonora -non so se è musica- che donne del nord del Canada fanno con le loro voci in una sorta di gioco vocale e che ci pone un quesito: dove finisce la musica e dove comincia il gioco? Per noi è un caso molto interessante perché effettivamente la musica si può ‘leggere' come una forma di gioco, tematica che svilupperò in questi incontri.
Ho fatto sentire il canto delle donne esquimesi, che si chiama katajjaq, come un'altra delle forme musicali che esistono nel mondo e che conosciamo molto bene soprattutto dagli anni 60 in poi. Prima si sapeva e si conoscevano forme musicali di differenti culture grazie alle ricerche etnomusicologiche ma la grande difusione di tante differenti musiche è cominciata grazie alla tecnologia mediante registrazioni fatte in Africa e in altri continenti tramite apparecchi portatili, a pile, di ottima qualità sonora.
Allora si potrebbe affermare che il concetto di musica è cambiato, non si può più dire che musica sia solo melodia, ritmo, armonia; adesso abbiamo un concetto molto più ampio dopo queste scoperte: la musica contemporanea, la musica concreta, le musiche del mondo.
Il problema del concetto di musica oggi non è ancora completamente risolto perché l'idea stessa di musica non è universale. Vi sono molte culture dove il concetto di musica non esiste. Vi faccio un esempio : nelle lingue africane non esiste una parola chi indichi univocamente il concetto di musica: c'è il canto, il tamburo, la danza ma immaginare che tra loro vi sia qualcosa in comune sembra impossibile (Commento di OCM: il caso del popolo mapuce –etnia indigena del sud del Cile-è identico: nella loro lingua (mapudungun) non esiste la parola musica. Loro denominano l'azione di fare suoni: si dice trutrukear (suonare trutuka) pifilkear (suonare pifilka) ecc. )
Spesso quando ascolto concorsi di musica dove vi sono musiche popolari cosí diverse mi domando: com'è possibile che usiamo un solo termine, musica, per nominare espressioni tanto diverse? E´come se usassi un solo termine per descrivere ciò che si fa con le gambe, come il camminare, salire una scala, saltare. Non c'è ragione. Vi sono tante forme di produzione sonora che noi chiamiamo musica, ma c'è molta diversità.
Fra gli esquimesi –gli Inuits per esempio– vi sono parole per definire differenti tipi di “musica” ad esempio: canto femminile, degli sciamani, danza di tamburi accompagnata dal canto. Ma queste tre pratiche, che noi chiamiamo musicali, loro non le nominano con lo stesso termine. Mi chiedo allora, perché noi stabiliamo rapporti fra tutte queste forme di produzione sonora, cosa c'è in comune, qual è il denominatore comune fra queste attività umane?