Analisi delle esplorazioni individuali di 55 bambini.
Nel primo anno di osservazioni sistematiche vi erano due gruppi di bambini: il gruppo 1 di 35 bambini, il gruppo 2 di 20 bambini.
Abbiamo disposto i bambini in una condizione individuale: ogni bambino seduto da solo in una stanza aveva di fronte a sé uno strumento che poteva essere una cetra oppure due piatti sospesi.
La prima volta si trattava di bambini dai 10 a 37 mesi di età. Bisogna sapere che i balbini accedoevano ai nidi coinvolti dopo i 10 mesi d'età. Per differenti ragioni e fortunatamente, nella società italiana i bambini appena nati rimangono più tempo con la loro madre perché esse godono di un periodo postnatale piú lungo.
I bambini con cui abbiamo lavorato, del gruppo 1, hanno esplorato due volte la cetra con un intervallo di due mesi fra la prima e la seconda osservazione, con il proposito di verificare se c'era un'evoluzione: che cos'è successo la seconda volta? Quindi non si partiva da un'ipotesi, ma ci si poneva una domanda; una delle possibilità é che il bambino che aveva fatto qualcosa la prima volta avrebbe continuato a farlo. Allora non si tratava di un'ipotesi ma di una domanda.
I bambini del gruppo 2 iniziarono l'esplorazione con i piatti; io ho pensato che sarebbe stato piú facile, ho pensato che i bambini avrebbero avuto voglia di far del rumore, poi ho pensato che avrebbero trasferito sulla cetra gli stessi movimenti che avevano fatto sui piatti. Ripeto, ma non era un'ipotesi.
L'istogramma che vedete qui permette apprezzare molto bene la quantitá di bambini e le loro età, ma non entrerò adesso nei dettagli che ci porterebbe via molto tempo. Indubbiamente tali schemi permettono di conoscere meglio lo studio e di spiegare dettagli con precisione. Per esempio, quando mi domandano: che età avevano i bambini quando facevano queste esperienze? Si puó rispondere con chiarezza.
Prima di farvi vedere un video vorrei spiegare le condizioni delle osservazioni: l'educatrice entra nella piccola stanza con il bambino e lo fa sedere di fronte alla cetra (che abbiamo scelto perchè eravamo sicuri che nessun bambino la conosceva); il bambino si trova di fronte all´oggetto che non conoce e ci si aspetta che si senta atratto e cominci a esplorare lo strumento.
Quando il bambino non produce nessun suono, non fa un gesto l'educatrice aspetta un po' di tempo e poi lei stessa produce un suono con lo scopo di motivare l'esplorazione, sperando che il bambino reagisca e cominci la sua esplorazione. Passati alcuni secondi (massimo 30) l'educatrice comunica al bambino “vado a prendere un fazzoletto, torno subito” si allontana e lascia da solo il bambino. Nella stanza vi sono due camere che riprendono permanentemente la scena: una ampia che copre tutta l'area e un'altra a raggio ridotto, per riprendere i dettagli dei primi piani.
Quando il bambino smette di esplorare e si alza, l'educatrice ritorna nella saletta e si considera il gioco finito. La durata dell'esperienza di ogni bambino viene cronometrata.
Non so che cosa sarebbe successo se la educatrice non fosse rientrata. Quell'alternativa non si propose; si misurava invece l'esperienza dal momento in cui il bambino iniziava, manipolava (esplorava), fino a quando si alzava e finiva il gioco, ma succedeva a volte che dopo ritornava ancora sullo strumento e continuava l'esplorazione.
Abbiamo potuto valutare un tempo medio della durata dell'esperienza. Il valore medio della durata delle esplorazioni in generale era di 3/7 minuti, ma vi furono certe eccezioni con esplorazioni che andavano dai 7 ai 12 minuti, sebbene c'erano alcuni bambino che suonavano per brevi istanti.
Questo tipo di attività iniziale è stata classificata in tre grandi gruppi temporali: poco / molto / molto a lungo.
Il lavoro in generale si realizzò in moltissime e lunghe sessioni e riprese: nei due DVD inseriti nel libro possono trovare una serie di momenti scelti interessanti, vissuti nel percorso di ricerca.