Padronanza delle variazioni

Di seguito, ancora un altro episodio: Giulia inizia a fare varizioni, mette in movimento le corde che sono vicine al suo corpo (e quindi più comode) e pian piano si allontana attivando alle corde più lontane e producendo quindi suoni di differenti altezze. Fa quindi delle variazioni.

Come possiamo analizzare questo episodio? Proprio in questa direzione si é sviluppata parte della ricerca. Lo vediamo prima in questi grafici in cui abbiamo realizzato una forma di trascrizione.

(Delalande fa vedere tavole in forma di trascrizione generale in cui compaiono le indicazioni di durata temporale, secondo per secondo e con i descrittori delle situazioni. I grafici con le statistiche sono accuratissimi e permettono di capire la quantità d'incontri, il come e il che cosa faceva ogni bambino e che cosa faceva l'adulto, oltre alla descrizione dei dipositivi usati - cetre, piatti, cucchiai in metallo in legno, dita- i movimenti (gesti) –colpi, glissando, pizzico, sfregamento ecc.- con i dati rilevati anche dei bambini che non avevan fatto niente)

DELALANDE. Capirete che non è stato facile realizzare questo lavoro con statistiche e rilevazione dei dati così complessi con un campione di 55 bambini. Prima facevo io da solo la trascrizione di dati, secondo per secondo ma non riuscivo a finire quel tipo di analisi.

In questa ricerca fatta a Lecco invece, si riusci a contare su di un gruppo numeroso di collaboratori che erano molto disponibili a fare questo tipo di lavoro e siamo riusciti a ottenere molte informazioni interessanti.

Nelle esperienze individuali, per esempio vi furono dei bambini che ci hanno permesso di cogliere situazioni molto particolari, quando per esempio rimanevano da soli: questi esploravano lo strumento con agio, ma appena rientrava nella saletta l'educatrice, smettevano di suonare.

II risultati generali mostrano che 1/3 dei bambini esplora quando è da solo e smette di farlo quando l'educatrice ritorna nella sala: é un risultato interessante che apre a riflessioni. Vi é invece un altro gruppo più piccolo, molto attivo in presenza dell'educatrice.

In questo primo anno, la nostra ricerca mirava a osservare soltando quello che il bambino riusciva a fare da solo, autonomamente perché in quell'anno il nostro schema di osservazione era molto rigido, con consegne molto rigorose; per questo abbiamo cercato di chiedere a tutti di dare la stessa consegna –il bambino da solo- rispetto alle condizioni di osservazione.