L'idea musicale nella composizione.
Vorrei sottolineare che il principio della selezione si trova anche nella composizione, nell'improvvisazione e nell'interpretazione degli adulti perché sono gli assi portanti dei processi di invenzione.
Passerei ora a spiegare qualcosa sulle strategie per la composizione musicale sebbene la proposta che faró sia più generale. Un modo di inventare musica é, in effetti, quello di andare in cerca di singolaritá sonore così da trovare poi delle modalitá per uno sviluppo piú ampio.
Ho lavorato con un gruppo di 12 compositori messi in una stessa situazione: dovevano cominciare la loro composizione partendo da un “germe”, cioè da un breve materiale sonoro scelto da loro, e dovevano svilupparlo per alcuni minuti. Finito il compito, abbiamo potuto lavorare con i compositori sulla loro ricerca, i loro appunti, i loro tentativi e abbiamo analizzato i loro processi d'invenzione. Questo lavoro é stato giá pubblicato nel libro “Le Condotte Musicali” ( François Delalande “Le condotte Musicali” Ed. CLUEB, Bologna, 1993). È stato un lavoro importante per me ed ha avuto una certa risonanza anche presso i musicologi in quanto permette di analizzare la genesi dei processi d'invenzione.
Generalmente i musicologi analizzano le musiche giá composte e finite ma non i processi d'invenzione che invece lasciano alla psicologia. Da parte sua, la psicologia ha studiato soprattutto i processi d'ascolto e poco quelli di produzione. Bisogna tuttavia riconoscere che, da circa 20 anni, l'analisi dei processi creativi sta cominciando a emergere in una certa musicologia che viene chiamata “genetica delle opere”.
Il lavoro che ho realizzato mi ha quindi permesso di studiare la nascita della composizione musicale e ció che posso spiegare e dimostrare è il mio interesse per la nascita dell'idea musicale como centro del processo compositivo.
Esiste una letteratura sull'idea musicale considerata come un motivo, un tema, una parte dell'opera musicale. È una delle definizioni o dei concetti dell'”idea”. Ma ce n'è un'altra, la mia, che sviluppo adesso, che associa l'idea al processo d'invenzione.
Faccio un esempio: un giorno, mentre faceva una passeggiata, a Beethoven venne in mente questo:
Se faccio questo esempio é perché sono sicuro che voi lo conosciate. Generalmente si é detto che l'idea consista nelle prime 4 note, ma se provassimo a metterci nella pelle di Beethoven potremmo immaginare che cercando un'idea, di fronte a questa si sia detto ....”non male, posso svilupparla, posso farne qualcosa, posso fare dei cambiamenti”....
Beethoven stesso lo scrisse bene in una lettera: “Ho un'idea, vivo con questa idea” (é il momento dell'immaginazione della composizione), “posso farla girare in tutte le sue modulazioni, in tutte le sue possibilitá ed ecco una sonata, una sinfonia”. Com'è bello questo pensiero di Beethoven! Ci mostra come lui immagina la sua opera, come trova un motivo, una frase che lo interessa, la sceglie e immagina come poterla sviluppare. Cioè l'idea non appare soltanto durante quel movimento della sinfonia ma nei 10 mesi (o piú) necessari per comporla tutta.
Questa é la concezione attuale della genetica delle opere: l'idea non é solo un motivo ma ciò che genera il processo compositivo. È interessante occuparsi di Beethoven perché si può osservare nelle riproduzioni in facsimile dei suoi manoscritti, come scriveva, coreggeva, cancellava, cambiava; in quei documenti si puó seguire il suo processo d'invenzione.
È stato realizzato un Congresso su L'Idea Musicale, di cui sono stati già pubblicati gli Attie . Ho analizzato il contenuto e vi ho trovato la definizione piú attuale dell'idea musicale: non è un motivo, una frase, un tema ma quella singolaritá sonora che appare allo spirito e mette in moto il processo creativo.
Le idee possono essere molto diverse. Ascoltiamo ora un'Invenzione a 2 voci di J. S. Bach che presenta un'organizzazione molto singolare: il brano presenta l'alternanza delle mani (destra e sinistra) nella sucessione temporale delle note, con un risultato originale.
Questo esempio permette di comprendere che l'idea musicale non é solamente un motivo, una frase, un tema, ma, ed è questa la concezione diversa, qualcosa che rappresenta una singolaritá sonora. Nelle opere di Bach troviamo molte idee singolari.
Adesso vorrei spiegare il ruolo dell'idea nella composizione, nella strategia del compositore. Tornando alle interviste che ho fatto ai compositori ed esaminando ció che loro hanno detto e scritto, emerge che quando stanno immaginando un'opera, hanno bisogno di un progetto, che è qualcosa di molto generale.
Immaginiamo per esempio Vivaldi che vuole comporre Le Quattro Stagioni e pensa qualcosa di semplice come “faró la primavera”, ma non basta. Quello puó essere un proposito intelettuale che si puó spiegare facilmente, ma per cominciare il lavoro bisogna trovare qualcosa di tipo sonoro, non mentale. E' necessario che il compositore trovi una singolaritá sonora: “gli alberi possono fare cosí.....”. Ha bisogno di pensare in modo sonoro, di passare dal mentale al sonoro, di scegliere una singolarità sonora (anche se dopo avrà molte idee, raramente se ne ha una sola) e aver voglia di svilupparla per passare poi a un progetto di composizione musicale.
Per esempio, se prendo dei pezzi brevi di Bach, generalmente trovo una o due idee che funzionano bene insieme. Ho ascoltato Olivia che suonava certi Preludi dal Clavicembalo ben temperato e abbiamo visto come ci siano una o due idee molto semplici in ogni Preludio che si sviluppano in un minuto e mezzo di musica, nient'altro: l'idea passa da una mano all'altra, si ripete, si dilata, poi ritorna e giunge alla conclusione, a volte inattesa. Ecco un Preludio.
Quando l'opera é un po' complessa, ad esempio i Corali per organo, sovente vi sono due idee che giocano una con l'altra, ma sono abbastanza semplici.
C'é dunque un progetto, un'idea musicale e dopo tutto è governato dalla regolaritá. Si può creare un contrasto fra ció che é regolare e quello che é singolare: ci sono delle cose che non si possono fare, vi sono delle regole che tutti gli studenti di musica conoscono, bisogna evitare le 5e parallele ecc., ma ci sono anche le scelte che vengono fatte regolarmente, sono appunto le regolaritá. Ciascun compositore ha la sua grammatica.
Tuttavia, l'idea compare una volta soltando, é l' “eureka” da cui nasce il brano. Quell'idea compositiva generalmente non la si ripete, ma vi sono dei compositori che si permettono lungo la loro vita di riprendere delle vecchie “trovate” che in passato avevano lasciato da parte e di rielaborarle, facendo così una capitalizzazione della propria produzione, che si chiama “lo stile”.
La stessa cosa succede con i bambini: abbiamo giá visto un bimbo che aveva trovato qualcosa che gli piaceva; 4 mesi dopo il bambino se n'è ricordato, l'ha ripresa, l'ha ricostruita, l'ha ripetuta. La prima volta l'ha fatto per caso ma dopo ne ha fatto il suo stile. E questo “qualcosa” è la sua singolarità rispetto agli altri bambini nel senso che si distingue dagli altri per la sua trovata, ma per lui si tratta di una regolarità. Perció riteniamo che esista una specie di equilibrio fra la singolaritá e la regolaritá nel processo di creazione. Nello studio dei processi compositivi è necessario capire questa dicotomia per analizzare le strategie creative.
Si tratta della stessa cosa avvenuta giorni fa, quando avete fatto un'esplorazione, e negli esempi dei bambini che vi ho mostrato, avete notato la presenza di “trovate” casuali che compaiono improvvisamente. Anche fra i compositori vi sono molti esempi di idee singolari trovate per caso. Altre volte c'é la ricerca di qualcosa di nuovo, poi una elaborazione dei materiali trovati e poi il compositore comincia a lavorare in modo sistematico. E' il suo “mestiere” che parla.