L'esplorazione nella musica contemporanea
L'esplorazione è un modo naturale del bambino di iniziare le sue esperienze sonore. Ma è opportuno ricordare un dato che per noi ha rappresentato qualcosa di molto prezioso: anche i compositori del sec. XX hanno sentito la necessità di esplorare. In effetti l'esplorazione rappresenta un'attività necessaria per la composizione del nostro tempo.
Per esempio, nel XIX sec, Schubert componeva dei brani per pianoforte ma lui stesso poteva anche non avere lo strumento in casa, non aveva il bisogno di esplorare e di sperimentare sullo strumento. Con Debussy invece accade il contrario: il compositore ora sente la necessitá di sperimentare nuove combinazioni sonore, suoni molto acuti insieme a suoni molto gravi, armonie non usuali. Il compositore ha dovuto esplorare direttamente le sonorità sullo strumento.
Voglio dire che qualcosa è cambiato nella storia della musica: durante tanti secoli si combinavano le note musicali ma ad un certo punto è successo qualcosa di molto diverso: si producono i suoni e si organizzano i suoni, e questo fatto rappresenta una novità che obbliga il musicista all'esplorazione. Prima i compositori combinavano le note con l'aiuto della carta da musica.
Desidero mostrarvi alcuni esempi di musica contemporanea dove risulta evidente l'attività di esplorazione. Ascolteremo due pezzi : prima una “Sequenza” del compositore italiano Luciano Berio per trombone. Siccome si tratta di “nuova musica” il compositore e l'interprete esplorano e cercano nuove sonorità sullo strumento.
Tutte le varie Sequenze di Berio sono il risultato di varie ricerche, di esplorazioni alla rIcerca di nuove sonorità: Berio lavorava con differenti strumentisti nella ricerca di nuove sonorità.
Per continuare vi faró ascoltare un'altro esempio di “musica nuova” per flauto di Michaël Lévinas. Come nel caso precedente si avverte la ricerca di nuove sonorità e ció richiede l'esplorazione di tutte le posibilità sonore dello strumento e la collaborazione tra l'interprete, Pierre-Yves Artaud, e il compositore.
Ci troviamo dunque in un momento molto interessante per fare ricerca pedagogica. La domanda è: che fanno i bambini e che fanno attualmente i compositori?
DOMANDA. Nelle esplorazioni dei bimbi piccoli ho notato che mentre percuotevano, strofinavano, pizzicavano, certi bambini emettevano anche dei suoni con la voce: è questo un rapporto tra psicomotricità e vocalità? E' una condotta comune?
DELALANDE. Sono forme di reazioni differenti che esprimono piacere; i bambini reagiscono quando trovano una novità e ciò provoca, per esempio, il canto come piacere. Queste relazioni ci hanno fatto riflettere: crediamo che siano forme di arricchimento delle condotte. Se c'è qualcosa che mi fa piacere, può accadere che faccia altri gesti, come cantare o muovermi.
Accade lo stesso a noi adulti, ad esempio quando suoniamo uno strtumento. A volte, nel momento di suonare facciamo certi movimenti che non sono utili per la produzione del suono. Io ho fatto uno studio sui movimenti del pianista canadese Glenn Gould. Spesso i movimenti del corpo di Gould non sono direttamente utili per la produzione dei suoni ma sono utili per realizzare una idea di continuità, di un flusso continuo di suoni, e ciò aggiunge altre dimensioni espressive alla interpretazione. La bambina che cantava mentre faceva esplorazioni aggiungeva qualcosa in più al suono, esattamente come fa Glenn Gould.