Un gioco sensomotorio

Ad un primo livello vi è la produzione del suono: quando parlo io produco dei suoni, ma quando compio un'azione come questa (Delalande agita un “palo de agua” o bastone della pioggia), l'attenzione di chi produce e di chi ascolta suoni che denominiamo musicali è concentrata nell'ambito del suono. Quando sto parlando invece, voi non state attenti alla qualità del suono della mia voce ma andate direttamente al significato di quello che sto dicendo. Il suono, in un certo senso, è “trasparente”.

Succede il contrario quando facciamo musica (cantiamo o suoniamo): l'aspetto più importante riguarda la qualità del suono che diventa il centro dell'attenzione di chi lo produce e di chi l'ascolta.

Per produrre e controllare la produzione sonora, bisogna saper controllare i gesti che producono il suono e vedremo che non si tratta soltanto di gesti della mano o della bocca: alla produzione sonora non concorrono solo parti del corpo, ma anche il corpo nella sua totalità.

Il controllo del suono è un' azione di produzione/recezione, è il rapporto tra gesto e suono che possiamo definire come la dimensione sensomotoria della produzione sonora. E' la dimensione di regolazione dell'emissione sonora grazie alla gestualità e il movimiento.

Come comincia il gioco della motricità? Ascolteremo ora il gioco di una bambina di 3 anni che ha messo dentro un barattolo vuoto una pallina di vetro che fa rotolare a lungo ottenendo un suono continuo, ma ad un certo punto trova altri gesti e forme di movimento che producono variazioni del suono precedente.

Si possono fare tanti commenti a proposito di questo gioco, per esempio: ad un certo punto, la bambina colloca la mano libera sulla “bocca” del barattolo, che era aperto ad una estremità, ma la maestra la interrompe e le dice: “Se collochi la mano sulla parte aperta del barattolo, si ascolterà meno il suono della pallina”. Questa osservazione non teneva in conto che coprendo il barattolo con la mano libera, la bambina otteneva “un altro suono”, cambiava il timbro del gioco... Evidentemente la maestra non era capace di apprezzare la dimensione musicale qualitativa dell' interessante gioco sonoro della bambina, che lo ha scoperto autonomamente. Per la maestra l'effetto era negativo, per noi invece, è interessante.

Perché è interessante questo gioco? Perché la bambina “allarga” il suono, nel primo caso, roteando costantemente la pallina, e poi modifica lo spettro del suono intervenendo con l'altra mano per coprire l'apertura del barattolo.

Noi strumentisti sappiamo che facciamo questi gesti nel suonare, usiamo una mano per prolungare il suono e l'altra per cambiare lo spettro. Per esempio i violinisti: con una mano digitano le note sulla tastiera dello strumento e con l'altra mano fanno scorrere l'archetto sulle corde. La bambina quindi ha scoperto da sola un modo “aperto” di produrre i suoni. Questa riflessione mi porta a farvi ascoltare un'altro esempio dove accade press'a poco la stessa cosa; i gesti e i movimenti della bocca, della lingua fanno cambiare la qualità del suono.

Possiamo dire allora che il primo livello dell'azione che noi chiamiamo musica proviene dal controllo e regolazione sensomotoria della produzione del suono grazie alla gestualità, al movimento. Ma se mi chiedo: “che cos'è la musica?” tutto ció che abbiamo detto finora non è sufficiente. Vi sono altre dimensioni che dobbiamo considerare.